Con Decreto Direttoriale n.239 del 28 giugno 2017, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha approvato la programmazione del “Sostegno all’Inclusione Attiva” per l’Ambito Territoriale A1.
Tale risultato è frutto del lavoro svolto dalla struttura tecnica dell’Azienda Consortile, di concerto con gli attori sociali: ASL, INPS, Centro per l’Impiego, terzo settore, come risposta concreta alle situazioni di povertà e disagio socioeconomico.
In questo modo sarà possibile dare un ulteriore slancio al territorio, a partire dalle situazioni dei nuclei con maggiori difficoltà e in situazioni delicate. Una opportunità per dare dignità alle persone e alle famiglie, ma anche un volano sociale ed economico per la crescita e lo sviluppo, senza che questo sfoci nel mero assistenzialismo.
Il Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) è una misura di contrasto alla povertà che prevede l’erogazione di un beneficio economico alle famiglie in condizione di povertà nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio disabile (anche maggiorenne) o una donna in stato di gravidanza accertata.
Per godere del beneficio, il nucleo familiare del richiedente deve aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa sostenuto da una rete integrata di interventi, individuati dai servizi sociali del Consorzio A1, in rete con gli altri servizi del territorio (i centri per l’impiego, i servizi sanitari, le scuole) e con i soggetti del terzo settore, le parti sociali e tutta la comunità. Il progetto viene costruito insieme al nucleo familiare sulla base di una valutazione globale delle problematiche e dei bisogni e coinvolge tutti i componenti, instaurando un patto tra servizi e famiglie che implica una reciproca assunzione di responsabilità e di impegni. Le attività possono riguardare i contatti con i servizi, la ricerca attiva di lavoro, l’adesione a progetti di formazione, la frequenza e l’impegno scolastico, la prevenzione e la tutela della salute. L’obiettivo è aiutare le famiglie a superare la condizione di povertà e riconquistare gradualmente l’autonomia.
Sul fronte economico, si deve avere un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 3mila euro ed eventuali altri aiuti economici devono essere di importo inferiore a 600 euro mensili, nel nucleo familiare non ci devono essere percettori di strumenti di sostegno al reddito per i disoccupati quali Naspi e Asdi, e non si devono aver acquistato auto o moto nel recente passato.